Dopo essersi trasferito a Londra dall'altra parte dell'oceano e aver vissuto la scena deep house della città, la successiva riscoperta da parte di Dan Berkson delle sue prime basi musicali e l'ispirazione tratta dalla vivace scena jazz contemporanea della capitale lo avrebbero portato a Dialogues, un lavoro compiuto e gratificante, messo insieme durante i suoi ultimi giorni a Londra prima del trasferimento in California, ora orgogliosamente pubblicato da Freestyle Records. Apparso su Bandcamp Weekly, Uncut, San Francisco Chronicle, Jazziz e HiFi Choice, oltre a essere stato trasmesso in radio su Maconie's Freakzone su 6Music, Jazz FM, Worldwide FM e regolarmente trasmesso nel programma Morning Glory di Soho Radio. "Era inevitabile che Dan Berkson realizzasse un album jazz come Dialogues: gioioso, ballabile, divertente, guidato dal principio del piacere e pieno di virtuosismo. Rappresenta le esperienze di Berkson a Londra, dove il jazz è una scena viva, pulsante e danzante. È la sua lettera d'amore alla città, ricca di talenti britannici come il bassista Andrea di Biase (Heidi Vogell, Maria Chiara Argiro, Bruno Heinen) e il batterista Jon Scott (Kairos 4Tet, Sons Of Kemet, Mulatu Astatke) e registrata nei suoi ultimi giorni in città prima di trasferirsi in California. È anche ricco di storia: il viaggio musicale che lo ha portato fin qui copre quasi 40 anni e 4.000 miglia. Berkson prese lezioni dal veterano del boogie-woogie di Chicago, Erwin Helfer, che a sua volta aveva imparato insieme a leggende fondamentali come Mahalia Jackson e Glover Compton. Nel 2001 arrivò nel Regno Unito, lanciandosi nella scena deep house dell'East London; il suo duo con James What firmò un contratto con la leggendaria Poker Flat di Steve Bug. Ma alla fine sentì di aver ottenuto ciò che poteva nel formato house. Dopo aver riscoperto il pianoforte e aver compreso che il jazz gli offriva l'opportunità di continuare a imparare, si iscrisse al Trinity College nel sud di Londra, proprio quando la scena jazz della zona stava esplodendo nell'immaginario pubblico. Dialogues è un album jazz, non elettronico Ì¢Û_å â Ò, ma si possono percepire tutte le influenze basate sul groove, dal blues e dal ragtime delle sue origini, passando per il funk che suonava al college e l'house che beveva a Londra, così come il suo amore per lo studio come strumento e i mix adatti a un soundsystem da club. I musicisti di Detroit, Theo Parrish e Moodymann, sono importanti per questo disco tanto quanto Charlie Haden, Carla Bley, Keith Jarrett, Ornette Coleman, Jimmy Giuffre e Herbie Hancock. C'è il modernismo cool degli anni '50 e '60 (basta ascoltare le eleganti increspature di "Sketches"), c'è la fusion funk degli anni '70 ("Unity" inizia con un passo scattante) e, naturalmente, c'è il cuore blues palpitante di "Live Bait". Ma prima di tutto è un documento personale: una vita di musica e collaborazione cristallizzata in un momento magico e di transizione. La direzione che Dan prenderà musicalmente è un'incertezza che non ha eguali in questi tempi... ma questo disco vi dice tutto quello che c'è da sapere sui luoghi in cui è stato."-di Joe Muggs, 2021.