Via dell'Orso

AGLI ORSI In rue de l'Ours, a Colmar, c'è un macellaio kosher. Dietro il bancone c'è zia Thérèse, detta Loulou. Nella stanza sul retro, Georges, lo zio, fa i conti. Attraversato il piccolo cortile, Sylvain è nel suo laboratorio. È qui che Serge trova suo padre che prepara la carne. La macelleria è l'epicentro della famiglia Bloch. E per una buona ragione, si trasmette di padre in figlio. Serge Bloch ricorda. Racconta del nonno, i suoi genitori che dovettero fuggire dalla regione durante la guerra. Gli anni 60. Riti ebraici. Le grandi gioie e i piccoli furti dell'infanzia. E stila una galleria di personaggi forti e accattivanti. Il ritratto di una famiglia toccante, dove l'amore si dice senza parole. DAL COLTELLO ALLA PENNA Se la macelleria ha chiuso ed è ormai solo una vetrina cieca, resta il fatto che resta un'eredità. Quella della bellezza del movimento. Attenzione, lavoro, precisione. Serge ha imparato lì l'amore per un lavoro ben fatto. Gesto preciso. Il coltello si è trasformato in una matita. Ma l'eredità è ben ancorata. SCRIVI, DISEGNA Chi meglio di Marie Desplechin per raccontare questa storia di famiglia? Con una penna precisa, si insinua nel passato dei Bloch, con incredibile tenerezza. Di fronte, Serge Bloch, con un tratto di matita, abbozza queste scene, che fino ad allora erano rimaste annidate nella sua memoria. Due artisti accomunati da un irresistibile senso dell'umorismo.