Piccola cantina biologica mirata alla alta qualità
I nostri vigneti situati nel Frignano Basso, sono posti da 450 a 550 metri sul livello del mare. Le escursioni termiche esaltano la peculiarità del territorio. I terreni sono composti in buona parte da argilla, limo, sabbia, in quantità equilibrata, gessosi, particolarmente adatti alle uve da spumante metodo classico e in altra parte in terreni argillosi adatti a uve a bacca rossa. I ceppi per ettaro sono 4000 circa. La vendemmia è manuale.
La resa è 50/60 quintali ettaro. Si inizia così nel 1993 con un primo vigneto sperimentale della Regione Emilia Romagna e successivamente nel 2000 e 2001 verranno impiantati altri vigneti. Oggi l'azienda si sviluppa su una estensione di poco più di 5 ettari, tutti coltivati a vigneto e la produzione annua si aggira intorno alle 22.000 bottiglie.
Dato il microclima e l'altitudine (450-550 mt s.l.m.) sono state impiantate varietà medio-precoci e uve autoctone come il Malbo Gentile, l'Uva Tosca e Uva Lambrusca (Grasparossa), ma i prodotti migliori sono quelli che sfruttano il territorio in cui vivono e tutte le sue proprietà, in resto piantumato a Chardonnay, Pinot Nero, Merlot, Cabernet e Trebbiano
Il territorio del frignano occupa la parte centrale dell’Appennino Modenese di origine Gallo-Celtica. Furono infatti i Friniati, popoli Liguri-Provenzali ad abitarvi per secoli. Numerose sono le testimonianze nella cultura e nella gastronomia. Note sono le crescentine e i borlenghi.
Durante il periodo estense la capitale, Pavullo, dominata dai Conti Montecuccoli era altresì sede della residenza estiva dei Duchi di Modena e le zone collinari erano intensamente coltivate a vitigno. La rilevanza economica della vite nel frignano aveva un’importanza di gran lunga superiore a quella del castagno, infatti la produzione era, come afferma il Sorbelli, proficua e copiosa, tanto che molti statuti, come quello frignanese nel 1337 facevano obbligo ad ogni famiglia di coltivatori di piantare a vigna una certa quantità di terreno ogni anno.
Nel Frignano troviamo la Lambrusca, la Trebbiana, l’Uva d’oro, la Barbera, la Covra, ma di gran lunga la più coltivata era l’Uva Tosca, tanto da giustificare a Pavullo, una fabbrica di bottiglie nere da vino.
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